Come la pioggia nel deserto le nostre grida affondano in un terreno avido e bisognoso. Ma le lacrime non saranno cadute invano perché al loro posto germoglierà la vita e noi dobbiamo lavorare per questo: piangere e seminare, morire e rialzarsi, perché il deserto fiorito è la nostra più bella speranza.
domenica 4 maggio 2008
Sul Deserto
Sospesi nel vuoto temporale di un era frammentata, esili fili giocano per noi la partita della vita. Mentre cerchiamo di vedere oltre la prossima duna, oltre le mura di un mondo tanto ignorato. Civiltà errano vagabonde senza comprensione, un cocktail etnico dal sapore amaro dove gli ingredienti sono stati mischiati senza pensiero o passione. La paura di chi non conosce filtra ogni verbo, diffondendo tra la plebe scudi e barriere. Armati della propria miopia combattiamo senza sosta la nostra personale guerra al potere.
venerdì 18 aprile 2008
venerdì 21 marzo 2008
La via della Seta
Legami, filamenti ben saldi alla nostra vaporosa anima, sottili estensioni, impercettibili ma resistenti, come la seta. Collegamenti tesi, tessuti da noi per attaccarci al nostro ambiente circostante, cercando un appiglio solido nel flusso caotico del nostro essere umani.
La corsa a chi getta più ancore, chi tira a bordo più pesci, a chi attira più res nella propria tela. Finchè, apri gli occhi e ti accorgi di non riuscire a muoverti, peggio, manca il respiro, soffochi, sei circondata: milioni di finissimi fili lucidi attaccati al tuo corpo, ognuno dei quali all'altro capo trascina un oggetto, un peso, una palla di ferro. Non puoi più andare avanti, incollata al tuo presente pieno di familiarità, di illusoria felicità, di avidità.
Vaghi cieca e sorda ai tuoi pesi, consapevole che solo un pò più in là puoi trovare un bagliore, una forbice nel cassetto... eppure non ci arrivi, esiti, temporeggi e cambi direzione: aggiungi un altro filo.
La corsa a chi getta più ancore, chi tira a bordo più pesci, a chi attira più res nella propria tela. Finchè, apri gli occhi e ti accorgi di non riuscire a muoverti, peggio, manca il respiro, soffochi, sei circondata: milioni di finissimi fili lucidi attaccati al tuo corpo, ognuno dei quali all'altro capo trascina un oggetto, un peso, una palla di ferro. Non puoi più andare avanti, incollata al tuo presente pieno di familiarità, di illusoria felicità, di avidità.
Vaghi cieca e sorda ai tuoi pesi, consapevole che solo un pò più in là puoi trovare un bagliore, una forbice nel cassetto... eppure non ci arrivi, esiti, temporeggi e cambi direzione: aggiungi un altro filo.
giovedì 31 gennaio 2008
Journey by Moonlight
"His father fell asleep and Mihàly stared out of the window, trying to make out the contours of the Tuscan landscape by the light of the moon. He would have to remain with the living. He too would live: like the rats among the ruins, but nonetheless alive. And while there is life there is always the chance that something might happen..." Antal Szerb
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